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giovedì 13 febbraio 2014

La Sindone è vera. Lo confermano due nuovi studi scientifici


“La Sindone è vera”. Ecco le nuove conferme della scienza
Due team, uno delle Università di Padova, Modena e Bologna, l’altro dell’Enea di Frascati, hanno dimostrato che la Sindone è vera. E diffondono i risultati delle loro indagini, attraverso il settimanale Oggi
La Sindone è vera. Lo confermano due nuovi studi scientifici (FOTO | VIDEO)

La Sindone è vera. Così, almeno, a giudicare dai nuovi risultati choc rivelati dall’indagine di due team di scienziati. Che pubblicano su Oggi in edicola da mercoledì i risultati delle loro approfondite indagini.




LE NUOVE PROVE – Due team, uno delle Università di Padova, Modena e Bologna, l’altro dell’Enea di Frascati, hanno dimostrato che la Sindone è vera. E diffondo i risultati delle loro indagini, attraverso il settimanale Oggi, a pochi giorni dall’ostensione televisiva del Sacro Lino con l’effigie di Gesù di sabato 30 marzo. E sempre per la stessa occasione, arriva un’app che mostra la Sindone in altissima definizione, come mai l’abbiamo vista prima. Si tratta di immagini realizzate nel 2008 da Haltadefinizione, il cui risultato è quello oggi disponibile con l’App Sindone 2.0 (photo by Giandurante) – GUARDA









SMENTITO IL CARBONIO 14 - A Padova, il professor Giulio Fanti ha datato nuovamente il telo stabilendo che risale al I secolo a.C. con uno scarto di 250 anni, prima o dopo. Un periodo, in ogni caso, ben lontano da quello ipotizzato nel 1988 dai tre laboratori che svolsero le analisi con il Carbonio 14: Oxford, Zurigo e Tuscson (Arizona). Venticinque anni fa sembrava dimostrato che il lino fosse un tessuto medioevale, ma l’esperimento è stato inficiato da problemi di contaminazione. Fanti non ha usato il C14, ma tre altri metodi: Spettroscopia Raman e Spettroscopia Infrarossa a trasformata di Fourier, e uno strumento per la “datazione meccanica” del filo di lino.








LA FIBRA - Naturalmente, per poter definire l’età del campione sindonico è stato necessario effettuare prima analisi dello stesso tipo su altri brandelli di lino, undici in tutto, provenienti da varie e accertate epoche storiche (Antico Regno egizio, Medioevo, Era moderna ecc.). Così si è potuta costruire una scala di valori cui mettere in relazione la fibra del lenzuolo di Gesù.




LE BRUCIATURE: UN LAMPO STRAORDINARIO - Oggi rivela anche che a Frascati, grazie a un laser a eccimeri, sono stati riprodotti da un team dell’Enea su un lenzuolo (moderno) le stesse caratteristiche “bruciature” presenti sul “sacro lino”. Avvalorando la tesi che fu un lampo di straordinaria intensità a impressionarlo per sempre. «Nel 2005 cominciammo a fare degli irraggiamenti sul lino variando il numero dei “colpi” (laser, ndr), la distanza tra di essi e l’intensità», spiega il ricercatore Paolo Di Lazzaro, «ma il tessuto si bruciava completamente oppure non succedeva nulla».




DOPO LE PROVE, LA CONFERMA - Prova e riprova, arriva il successo. «Il segreto stava nella durata dei singoli colpi, non dovevamo superare i 50 miliardesimi di secondo». La formula magica per ricreare l’Uomo della Sindone è stata poi completata, in laboratorio, con un altro parametro: la lunghezza d’onda del raggio laser, che dà la tonalità della colorazione. «Con gli UV si otteneva un giallo scuro o marroncino, per ottenere il cosiddetto “giallo sindonico” abbiamo dovuto lavorare nel campo del Lontano Ultravioletto».




I DUBBI DEL VESCOVO – Su queste nuove indagini, si è pronunciato l’arcivescovo di Torino, il cardinale Giovanni Saldarini. Esprimendo tutti i suoi dubbi: “Circolano sempre più notizie di esperimenti fatti su campioni di materiale sindonico allo scopo di verificare i risultati delle analisi effettuate col metodo del Carbonio 14 nell’estate del 1988″, scrive il vescovo in una nota “Per quanto l’obiettivo possa essere legittimo e la Chiesa riconosca a ogni scienziato il diritto di fare le ricerche che ritiene opportune nell’ambito della sua scienza, in questo caso è necessario chiarire che: a) nessun nuovo prelievo di materiale è avvenuto sulla Santa Sindone dopo il 21 aprile 1988 e sia alla Proprietà sia alla Custodia della Sindone non consta che possa esserci materiale residuo di quel prelievo in mano di terzi; b) se questo materiale esistesse, il Custode ricorda che la Proprietà non ha dato a nessuno il permesso di tenerselo e farne qualsiasi uso e prega gli interessati di rimetterlo nelle mani della stessa; c) non essendoci nessun grado di sicurezza sull’appartenenza dei materiali sui quali sarebbero stati eseguiti detti esperimenti al lenzuolo sindonico, la Proprietà e la Custodia dichiarano di non poter riconoscere alcun serio valore ai risultati dei pretesi esperimenti; d) ciò non vale evidentemente per le ricerche avviate con materiale prelevato con esplicita autorizzazione del Custode durante gli esami dell’ottobre 1978; e) nel clima di reciproca fiducia con il mondo degli scienziati, la Santa Sede e l’Arcivescovo di Torino invitano gli scienziati a pazientare finché sia giunto il tempo per la realizzazione di un chiaro programma di ricerche organicamente concertate”.

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