Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

mercoledì 12 marzo 2014

I Tradizionalisti Cattolici sono quel piccolo gregge che non si lascia sconfiggere!



Vedete, se a questi nostri cari fratelli, fedeli pecorelle del nostro gregge cadesse tutto d' intorno, le sovrastrutture messe dal mondo moderno, le formazioni culturali unilaterali, le ideologie che le vestono, le esperienze, il ricordo dei loro peccati, e restassero così, per un momento senza niente di quello che il mondo ha costruito addosso a loro, ricordatevi, non potrebbero far altro che tendere le braccia ai loro Pastori, perché in questa situazione si accorgerebbero che la cosa più necessaria per loro è ancora il Sacerdote, Ministro di Cristo. Non ve ne siete mai accorti che quando scappano tutti gli altri restiamo noi? Quando tutti gli altri hanno paura."" Per me la battaglia da 


correre con le ginocchia corrose di speranza audace è quella della perseveranza, fedele, umile, obbediente. Non possiamo più tacere, anzi, si sente ripetere da più parti. Bene. Io credo la Chiesa una santa cattolica apostolica romana. Questa Chiesa che vive e freme all’ombra delle Sue Ali, assediata da lupi arroganti che brulicano nel suo seno seminando gramigne di eresie e di mai vinte superbie, questa Chiesa tutta è il piccolo resto su cui le porte degli inferi non prevarranno. Perché questa Chiesa è la Sposa di Cristo, è nata dal Suo Cuore sanguinante, è bagnata dal Suo Sangue, è e sempre sarà crocifissa e per questo, proprio per questo trionfante, innalzata e puntata verso il cielo sul legno della Croce. E poiché fuori da questa Chiesa non v’è salvezza, la scelgo sempre di nuovo perché sia approdo e dimora, fonte e culmine della mia speranza. ""Perché anzitutto è necessario fare appello alla intelligenza. Perché è questa che si accorge delle cose. Gli affetti s' accorgono di niente. E' l' intelligenza che s' accorge delle cose. Ma questa deve essere sospinta dalla fede, dalla preghiera. Deve essere armata dalla pazienza e dalla umiltà nostra per vedere".  Il cardinale Walter Kasper, ha smarrito la dottrina,vorrei solo ricordargli che Cristo stesso ha elevato il matrimonio alla dignità di Sacramento  della chiesa Cattolica  nessun uomo osi separare ciò che Dio unisce, il cardinale, fa tanto danno alle anime con le sue esternazioni  dovrebbe pregare di più e tacere poiché i danni causati dai principi della Chiesa sono danni irreparabili che conducono alla perdizione eterna. Leggete con attenzione le sue dichiarazioni al quotidiano la repubblica, La regola che impedisce ai divorziati risposati di fare la comunione non è un dogma, da rispettare in modo assoluto, ma una disciplina, che in quanto tale può acconciarsi ai tempi.

E’ questo il concetto fondamentale espresso dal cardinale Walter Kasper, che in un’intervista al quotidiano Repubblica apre le porte dei sacramenti ai divorziati: «La Chiesa - dice il cardinale -può trovare una nuova strada affinché un divorziato risposato, dopo un periodo penitenziale, venga riammesso ai sacramenti».

Una posizione che asseconda e porta avanti il dialogo all’interno della Chiesa, un dialogo che papa Francesco ha promosso e che Kasper incoraggia, anche di fronte ai tradizionalisti, che vorrebbero spegnerlo. «Oggi - continua Kasper - si può ulteriormente fare nuovi passi in merito. Del resto è il Papa a chiedere dibattito, anche se c’è chi vuole fermarlo».

«La mia - insiste il cardinale - non è una posizione lassista, ma al contrario è tesa a riconoscere che tramite la penitenza chiunque può ricevere clemenza e misericordia. Ogni peccato può essere assolto».

Per Kasper, chiedere nuove soluzioni per i divorziati risposati «non è contro la morale né contro la dottrina» della Chiesa, «ma piuttosto a favore di un’applicazione realista della dottrina alla situazione attuale. La Chiesa - sottolinea - non deve mai giudicare come se avesse in mano una ghigliottina, piuttosto deve sempre lasciare aperto il varco alla misericordia». «La dottrina non può essere cambiata» ma, sottolinea Kasper, «essa non è una laguna stagnante quanto un fiume che scorre».

Il cardinale invita anche a distinguere tra «dottrina e ciò che è disciplina», perché quest’ultima «può cambiare quando le situazioni mutano» spiega il presule citando ad esempio gli sviluppi per i divorziati risposati fra il codice del 1917 e quello del 1983.

Kasper si sofferma anche sull’elezione di Papa Francesco, a suo avviso «una scelta anche nel segno della cattolicità, del riconoscimento che l’Occidente e l’Europa avevano bisogno di aria fresca»; «il cristianesimo - sottolinea - in Europa fatica, mentre in altre parti del mondo è più vivo. Giusto ripartire guardando oltre». Infine, il card.Kasper si sofferma su Benedetto XVI: «ho grande stima di Ratzinger e amicizia».

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