Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

martedì 15 luglio 2014

IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA FLAGELLAZIONE


Gesù è tra le mani dei suoi carnefici. Spogliato delle sue vesti è legato a una colonna e quei disgraziati, armati di flagelli, si danno il cambio nel percuotere il suo Corpo divino. In poco tempo è tutta una piaga, non ha più l'aspetto di un uomo. Ecco avverate le parole del profeta Isaia: "Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia" (Is 53, 3).

E come non sentirci colpevoli se si ascoltano le altre parole di Isaia: "Per l'iniquità del mio popolo fu messo a morte" (Is 53, 8)? Dunque, anche per i miei peccati e per i tuoi peccati Gesù è morto! Ognuno può dire: “Anch'io ho ucciso Gesù”!. I peccati non uccidono meno delle armi e delle mani.

Ma quali sono le colpe che il Signore ha voluto più espressamente espiare con la barbara flagellazione che ha subìto? Sono i peccati che nascono da una disordinata sensualità. Con un diluvio di acqua Dio ha purificato il mondo da tante sozzure; così ora, con un diluvio di Sangue, il Sangue Preziosissimo di suo Figlio, oltre a riparare l'enormità delle colpe, ci mostra anche il rimedio pronto ed efficace per guarire dai nostri mali.

Quanto sono costati a Gesù i piaceri peccaminosi con cui noi ci siamo macchiati! Impariamo a mortificare la carne e a custodire i sensi. E laviamo le nostre colpe col Sangue di Cristo nella Confessione sacra­mentale.

Fioretto: Scegli liberamente una qualche mortificazione.

ESEMPIO La vista del Crocifisso è un grande incitamento a perdonare le offese. S. Filippo Neri, non riuscendo a convincere un giovane a perdonare una grave offesa che aveva ricevuto, prese un Crocifisso e, rivolto al penitente, gli disse: "Guarda e pensa quanto Sangue ha sparso il Signore per te e con quanta prontezza e generosità ha perdonato ai suoi crocifissori". Toccato da quell'immagine di dolore del suo Salvatore e dalle convincenti parole di S. Filippo, quel giovane non oppose più alcuna resistenza e con animo sinceramente pentito disse al confessore: "Padre, sono pronto a perdonare qualunque torto subìto".

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