Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

domenica 9 novembre 2014

I MORTI RISORGERANNO IV PARTE


UNA VISIONE PROFETICA

Si legge nella Sacra Scrittura la se­guente visione che ebbe il Profeta Eze­chiele, parecchi secoli prima della venu­ta di Gesù Cristo nel mondo. Eccone la narrazione:

- La mano del Signore venne sopra il me e mi condusse in ispirito in mezzo ad un campo pieno di ossa. Mi fece cammi­nare tra le ossa, che erano sovrabbondan­ti e molto secche. Il Signore mi disse: O uomo, credi tu che queste cose divente­ranno vive? - Voi lo sapete, o Signore Iddio! - così io risposi. Ed egli disse a me: Profetizzerai intorno a queste ossa e dirai: Ossa secche, ascoltate la parola del Signore! Io manderò a voi lo spirito e vi­vrete! Vi darò i nervi, vi farò crescere la carne, stenderò su voi la pelle, vi darò l'anima e ritornerete in vita. Così sapre­te che io sono il Signore.

Parlai a nome di Dio come mi era sta­to comandato; le ossa si accostarono alle ossa e ciascuno andava alla propria giun­tura. E mi accorsi che sopra le ossa era­no andati i nervi, la carne e la pelle; pe­rò non c'era l'anima.

- Il Signore, continua Ezechiele, mi disse. Parlerai nel mio nome allo spirto e dirai: Il Signore Iddio dice questo: Vie­ni, o spirito, dai quattro venti e va' sopra questi morti affinché risorgano!

Feci come mi era stato ordinato; entrò l'anima in quei corpi ed ebbero vi­ta; infatti si rizzarono in piedi e si formò una grandissima moltitudine.

Questa visione del Profeta ci dà l'idea di quanto avverrà alla fine del mondo. 



LA RISPOSTA AI SADDUCEI

Gli Ebrei erano a conoscenza della ri­surrezione dei morti. Però non tutti l'am­mettavano; infatti tra i dotti si forma­rono due correnti o partiti: Farisei e Sad­ducei. I primi ammettevano la risurre­zione, i secondi la negavano.

Venne Gesù Cristo nel mondo, iniziò la vita pubblica con la predicazione e fra le tante verità insegnava essere cosa cer­ta che i morti avranno da risuscitare.

Si riaccese allora la questione più vi­va che mai, fra Farisei e Sadducei. Que­sti ultimi però non volevano cedere e cer­cavano argomenti da contrapporre a quanto Gesù Cristo insegnava in propo­sito. Credettero un giorno di aver trova­to un argomento molto forte e lo propo­sero pubblicamente al Divin Redentore.

Gesù era tra i suoi discepoli e tra la moltitudine che lo accalcava. Si fecero avanti alcuni dei Sadducei e lo interro­garono: Maestro, Mosè ci lasciò scritto: Se il fratello di qualcuno morrà essendo ammogliato e non avrà figli, il fratello sposi la moglie di lui e susciti il seme di suo fratello. Adunque ci furono sette fra­telli; il primo prese moglie e morì senza figli. Il secondo sposò la donna ed anche egli morì senza figli. Allora la sposò il terzo e similmente in seguito la sposa­rono tutti e sette i fratelli, i quali mori­rono senza lasciare figli. In ultimo mora tinche la danna. Nella risurrezione dei morti questa donna di chi dovrà essere moglie, avendola avuta tutti e sette?

Pensavano i Sadducei di chiudere la bocca a Gesù Cristo, somma sapienza, e di sfatarlo davanti al popolo. Ma si sba­gliarono!

Con calma Gesù rispose: Voi v'ingan­nate, perchè non conoscete le Sacre Scrit­ture e neanche la potenza di Dio! I figli di questo secolo si sposano e si maritano; nella risurrezione dei morti non ci saran­no né mariti né mogli; né in seguito po­tranno più morire, infatti saranno come gli Angeli e saranno figli di Dio, essendo figli della risurrezione. Che i morti risor­geranno, lo dichiara anche Mosè trovan­dosi presso il roveto ardente, quando di­ce: Il Signore è il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe. Non è dun­que il Dio dei morti, ma dei vivi, poiché tutti vivono per Lui.

Udendo tale risposta, alcuni degli Scri­bi dissero: Maestro, hai eletto bene! Il popolo intanto rimaneva estasiato da­vanti alla dottrina sublime del Messia.


GESU' RISUSCITA I MORTI

Gesù Cristo provava la sua dottrina con i miracoli. Egli, essendo Dio, poteva comandare al mare e al vento e farsi ub­bidire; nelle sue mani si moltiplicavano i pani ed i pesci; ad un suo cenno l'acqua diventava vino, i lebbrosi guarivano, i ciechi riacquistavano la vista, i sordi l'u­dito, i muti la loquela, gli zoppi si rad­drizzavano ed i demoni uscivano dagli ossessi.

Davanti a questi prodigi, operati con­tinuamente, il popolo restava avvinto a Gesù ed ovunque per la Palestina si escla­mava: Mai si son viste tali cose!

Ad ogni nuovo miracolo, una nuova meraviglia della folla. Quando però Ge­sù risuscitava qualche morto, lo stupore dei presenti arrivava al colmo.

Risuscitare un morto... vedere un ca­davere, freddo, in via di putrefazione, dentro la bara oppure disteso sul letto... e subito dopo, ad un cenno del Cristo. ve­derlo muovere, alzarsi, camminare... quanto stupore non doveva destare!

Gesù risuscitava i morti per dimostra­re che era Dio, padrone della vita e del­la morte; ma voleva anche provare in tal modo essere. possibile la risurrezione dei corpi alla fine del mondo. Era questa la migliore risposta alle difficoltà che mettevano avanti i Sadducei.

I morti da Gesù Cristo chiamati alla vita furono molti; però gli Evangelisti ci tramandarono solamente le circostanze di tre defunti risuscitati. Non è superfluo riportare qui la narrazione.


LA FIGLIA DI GIAIRO

Il Redentore Gesù era disceso dalla barca; la gente, appena lo vide, corse a Lui. Mentre era ancora vicino al mare, si fece innanzi un tale di nome Giairo, Arcisinagogo. Era un padre di famiglia, molto addolorato perché la figliuola di dodici anni stava per morire. Che cosa non avrebbe fatto per salvarla!?... Aven­do visto inutili i mezzi umani, pensò di rivolgersi a Gesù, l'operatore di prodigi. Dunque l'Arcisinagogo, senza rispetto umano, si gettò ai piedi di Gesù con le lacrime agli occhi e disse: O Gesù Naza­reno, la mia figliuola è in agonia! Vieni subito a casa, imponi su di essa la tua mano affinchè sia salva e viva!

Il Messia esaudì la preghiera del padre e si avvio alla casa di lui. La moltitudine che era grande, lo seguiva. Lungo il cam­mino, la veste di Gesù fu toccata con fe­de da una donna che da dodici anni sof­friva perdita di sangue. Sull'istante fu risanata. Gesù dopo le disse: O figlia, la tua fede ti ha salvata; va' in pace!

Mentre diceva questo, ecco venire al­cuni dalla casa dell'Arcisinagogo annun­ziando la morte della fanciulla. - E' inu­tile che tu, o Giairo, disturbi il Divin Maestro! La tua figliuola è morta!

Il povero padre era in preda al dolore; ma Gesù lo confortò dicendo: Non aver paura; soltanto abbi fede! - intendendo dire: Per me è la stessa cosa il far guarire da una malattia o il richiamare in vita un morto!

Il Signore si staccò dalla folla e dai di­scepoli e volle che lo seguissero soltanto i tre Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni.

Giunti all'abitazione di Giairo, Gesù vide molte persone che piangevano. - Perchè piangete? - disse loro. La fan­ciulla non è morta, ma dorme!

ī parenti e gli amici, che di già aveva­no contemplato il cadavere, a sentire queste parale, lo presero per pazzo. Gesù diede ordine che tutti restassero fuori e volle con sè nella camera della defunta il padre, la madre ed i tre Apostoli.

Realmente la fanciulla era morta. Per il Signore il richiamare in vita era facile come per noi svegliare uno che dorme. Gesù infatti, avvicinatosi al cadavere, ne prese la mano e disse: Talitha cum!! - cioè, fanciulla, te lo dico io, alzati! - A queste divine parole l'anima ritornò nel cadavere e la . fanciulla poté alzarsi e camminare per la stanza.

I presenti furono presi da grande stu­pore,e dapprima neanche volevano cre­dere ai propri occhi; ma Gesù li rassicu­rò e affinché si convincessero meglio, or­dinò che si desse da mangiare alla fan­ciulla.

Quel corpo, pochi istanti prima freddo cadavere, era divenuto vegeto e poteva compiere le sue ordinarie funzioni.


IL FIGLIO DELLA VEDOVA

Si portava a seppellire un giovanetto; era figlio unico di madre vedova. Il cor­teo funebre era giunto alla porta della .città di Naim. Il pianto della madre toc­cava il cuore di tutti. PoVera donna! A­veva perduto ogni bene con la morte del­1'unico figlio; era rimasta sola al mondo!

In quel momento faceva il suo ingres­so a Naim il buon Gesù, seguito al solito da una grande folla. Il Cuore Divino non restò insensibile alle grida della madre: Avvicinatosi: Donna, le disse, non pian­gere!

Gesù ordinò ai portatori della bara di fermarsi. Tutti gli occhi si fissarono sui Nazareno e sulla bara, ansiosi di vedere qualche prodigio. Ecco vicini l'autore del­la vita e la morte. Basta che il Redentore lo voglia e subito la morte cederà la pre­da. Quella mano onnipotente toccò la ba­ra ed ecco il miracolo.

- Giovinetto, disse Gesù, te lo coman­do io, alzati!

Le aride membra si scuotono, gli occhi si aprono ed il risuscitato si alza, met­tendosi a sedere sulla, bara.

- O donna, avrà soggiunto il Cristo, te lo avevo detto di non piangere! Eccoti il figlio!

E' più da immaginare che da descri­vere ciò che la madre abbia fatto a ve­dere il figliuolo tra le braccia! Dice l'E­vangelista: A vedere ciò tutti furono pie­ni di timore e glorificarono Iddio.


LAZZARO DI BETANIA

La terza ed ultima risurrezione che il Vangelo narra nei minimi particolari è quella di Lazzaro; la narrazione è tipica e merita di essere riportata integral­mente.

A Betania, villaggio poco distante da Gerusalemme, abitava Lazzaro con le due sorelle, Maria e Marta. Maria era stata pubblica peccatrice; ma pentitasi del ma­le fatto, si era data completamente alla sequela di Gesù; e volle anche offrire a Lui la propria abitazione per ospitarlo. Il Divin Maestro volentieri alloggiava in quella casa, ove trovava tre cuori retti e docili ai suoi insegnamenti: Lazzaro si era ammalato gravemente. Le due sorelle, sapendo che Gesù non era in Giudea; mandarono alcuni per avvi­sarlo.

- Maestro, costoro gli - dissero, colui che tu ami, Lazzaro, è gravemente in­fermo!

Udendo ciò, Gesù rispose: Questa in­fermità non è per la morte, ma per la gloria di Dio, affinché per essa sia glori­ficato il Figlio di Dio. - Tuttavia Egli non andò subito a Betania e si tratten­ne ancora due giorni nella regioni del Giordano.

Dopo di questo, disse ai suoi discepoli: Andiamo di nuovo in Giudea... Il nostro

amico Lazzaro già dorme; ma vado io a. svegliarlo. - I discepoli gli osservarono: Signore, se dorme, certamente sarà in. salvo! - Gesù però non intendeva par­lare del sonno naturale, bensì della mor­te dell'amico; perciò chiaramente lo dis­se: Lazzaro è già morto ed io sono con­tento di non essermi trovato ivi, affinché voi crediate. Adunque, andiamo da lui!

Quando Gesù arrivò, da quattro gior­ni il morto era stato seppellito.

Essendo la famiglia di Lazzaro conosciuta e tenuta in considerazione, spar­sasi la notizia della morte, molti Giudei erano andati a trovare le sorelle Marta e Maria per consolarle.

Intanto Gesù era giunto presso il vil­laggio, ma non vi era entrato. La notizia della sua venuta arrivò subito all'orec­chio di Marta, la quale lasciò tutti senza dirne il motivo e corse incontro al Re­dentore. Maria ignara del fatto, rimase in casa con le persone amiche venute a confortarla.

Marta, visto Gesù, esclamò con le la­crime agli occhi: O Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe mor­to!

- Le rispose Gesù: Tuo fratello ri­sorgerà nella risurrezione alla fine del mondo! - Soggiunse il Signore: lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche morto, vivrà! E chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?

- Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo, venuto in questo mondo!

Gesù le disse di andare a chiamare la sorella Maria. Ritornò Marta a casa e disse alla sorella sottovoce: E' venuto il Divino Maestro e desidera parlarti; è an­cora all'ingresso del villaggio.

Maria, udendo questo, subito si alzò e andò da Gesù. I Giudei, che erano a far­le visita, a vedere improvvisamente alza­re Maria ed uscire frettolosa da casa, dis­sèro: Certamente va al sepolcro del fra­tello per piangere. Andiamo anche noi con essa!

Giunta Maria dove era Gesù, a veder­lo, si gettò ai suoi piedi, dicendo: Se tu, o Signore, fossi stato qui, mio fratello - non sarebbe morto!

Gesù, come Dio, non poteva commuoversi, perchè niente era capace di tur­barlo; però come uomo, avendo cioè un corpo ed un'anima come l'abbiamo noi, era suscettibile a commozione. E difatti, a vedere Maria che piangeva ed i Giudei, venuti con lei, pure piangenti, fremette Egli nel suo spirito e si turbò. Allora dis­se: Dove avete seppellito il morto? - Signore, gli risposero, vieni e vedrai!

Gesù era profondamente commosso e cominciò a piangere. I presenti a questa scena si meravigliarono e dissero: Si ve­de che amava assai Lazzaro! - Alcuni soggiunsero: Ma se ha fatto tanti mira­coli, non poteva impedire che il suo ami­co morisse?

Si giunse al sepolcro, il quale consi­steva in una grotta con una pietra al­l'ingresso.

La commozione di Gesù aumentò; Egli . allora disse: Allontanate la pietra dal­l'ingresso del sepolcro! - Signore, escla­mò Marta, il cadavere è in putrefazione e puzza! E' seppellito da quattro gior­ni! - Ma non ti ho detto, replicò Gesù, che se tu crederai, vedrai la gloria di Dio?

La pietra fu rimossa; ed ecco apparire Lazzaro, disteso sopra un rialzo, avvolto in un lenzuolo, mani e piedi legati fe­tore del cadavere era segno evidente che la morte aveva cominciato l'opera sua distruggitrice.

Gesù, rivolti gli occhi in alto, disse: O Eterno Padre, ti ringrazio che mi hai esaudito! Io lo sapevo che tu sempre mi ascolti; ma ho detto questo per il popolo che mi circonda, affinché creda che mi hai mandato nel mondo!

Detto questo, con gran voce Gesù gri­dò: Lazzaro, vieni fuori/ - Sull'istante il corpo in putrefazione si rianimò. II Signore dopo disse: Ora scioglietelo e fa­te che esca dal sepolcro!

Nel vedere Lazzaro vivo, fu per tutti immensa meraviglia! Quale consolazione per le due sorelle il ritornare a casa col fratello! Quanta riconoscenza verso il Redentore, Autore della vita!

Lazzaro visse ancora molti anni. Dopo l'Ascensione di Gesù Cristo, venne in Eu­ropa e fu vescovo di Marsiglia.


LA PROVA MAGGIORE

Oltre a risuscitare gli altri, Gesù volle risuscitare anche lui stesso e fece que­sto per provare in modo chiarissimo la, sua Divinità e per dare all'umanità una idea del corpo risuscitato.

Contempliamo la morte e la risurre­zione di Gesù Cristo nei suoi particolari.. Il numero sterminato di miracoli com­piuti dal Redentore avrebbe dovuto con­vincere tutti della sua Divinità. Ma al­cuni non volevano credere e volontaria­mente chiudevano gli occhi alla luce; tra costoro erano i Farisei superbi, i quali erano invidiosi della gloria del Cristo.

Un giorno essi si presentarono a Gesù e gli dissero: Ma dacci un segno che tu vieni dal Cielo! - Egli rispose che segni ne aveva dato tanti e che tuttavia ne avrebbe dato uno speciale: Come il Profe­ta Giona stette tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così Il Figlio dell'uomo starà tre giorni e tre notti nelle viscere della terra e poi risorgerà!... Distruggete questo tempio, parlava del suo corpo, e dopo tre giorni lo riedificherò!

Già si era sparsa la notizia che Egli sarebbe morto e poi risuscitato. I suoi nemicî se ne ridevano. Gesù dispose le cose in modo che la sua morte fosse pub­blica ed accertata e che fosse provata dai nemici stessi la sua gloriosa risurrezione.

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