Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

lunedì 12 ottobre 2015

La “Famiglia-modello” esiste perché Dio stesso l’ha voluta e realizzata.

Santa Famiglia di Nazaret
Oggi tutti più o meno si parla di famiglia, di questo valore primario in via di felice recupero dopo anni di quasi abbandono. Non sempre però se ne parla a proposito, nel debito modo, con senso di realismo. Spesso il discorso resta nozionistico, astratto, senza aggancio alla vita. E questo perché manca la forza di un esempio concreto, vivo, trainante. Manca, in particolare, la presentazione di quella “Famiglia-modello” che è l’ideale domestico divenuto palpitante realtà: la Santa Famiglia di Nazaret.

Sappiamo che niente è più convincente e stimolante di un ideale incarnato, divenuto realtà vissuta attraverso un esempio concreto. Se vogliamo dunque che la nostra gente capisca e viva il messaggio cristiano sulla famiglia, dobbiamo presentarglielo “con eventi e parole” come fa appunto il libro di Dio, la Bibbia (DV 2), e in dipendenza da essa la Chiesa più vera, quella dei Santi di ogni tempo e luogo.
L’esemplarità della S. Famiglia è un motivo ricorrente negli scritti dei nostri Santi. Per essi la parola salvifica e normativa di Dio sulla famiglia è precisamente la Famiglia di Nazaret (Lc 1-2; Mt 1-2), così come la parola decisiva di Dio sulla società è la Chiesa del Cenacolo (At 1-4).
L’insegnamento dei Santi sul nostro tema lo cogliamo sia nei loro testi che parlano della S. Famiglia nel suo insieme, sia nei loro testi che presentano i singoli membri di essa: Gesù come modello filiale e fraterno, Maria come modello sponsale e materno, Giuseppe come modello maritale e paterno. E per noi accogliere questo insegnamento è insieme dovere e interesse. Altrimenti continueremo a meritare il rimprovero di un profeta del nostro tempo:
“La mia protesta contro la corrente ostile alla vita domestica è che essa manca di intelligenza. La gente non sa quello che fa, perché non conosce la cosa che sta disfacendo” (G.K. Chesterton, La Chiesa viva, Ed. Paoline 1957, p. 53). Il vero cristiano, invece, “edifica” sempre in virtù di quella “carità” che viene da Dio e che è Dio stesso (1Cor 8,1; 14,26; 1Gv 4,7s). Ecco in sintesi i dati principali della testimonianza dei Santi o cristiani migliori sulla S. Famiglia, una testimonianza sempre valida e stimolante.

– Famiglia ideale e reale insieme. La S. Famiglia di Nazaret è l’ideale domestico divenuto palpitante realtà, come risulta dai Vangeli, specialmente da S. Luca (1-2; 3,23; 4,16). I Santi della Chiesa accettano questo dato rivelato senza svuotarlo o minimizzarlo, come fa non di rado la teologia di mestiere. Sanno che la Scrittura narra e attualizza le “meraviglie” di Dio (Lc 5,26), le quali sono fatti concreti e palpabili, ideali e reali insieme, non già concetti vaghi e astratti, campati in aria. La “Famiglia-modello” esiste perché Dio stesso l’ha voluta e realizzata. Lui, come ha rigenerato l’uomo in Gesù di Nazaret e la donna in Maria di Nazaret, così ha rigenerato la famiglia nel Focolare di Nazaret. Tramite questo, poi, ha rigenerato – in linea di principio – il genere umano devastato dal peccato. La Chiesa, ossia l’umanità nuova e definitiva, non è in fondo che la crescita nel tempo e nello spazio della S. Famiglia.

La Famiglia di Nazaret proclama al mondo che la famiglia umana è opera stupenda di Dio, voluta e regolata da lui stesso; che la religiosità o comunione con Dio è il segreto della sua riuscita (Sal 128; Lc 2,22ss); che dev’essere una, indissolubile, feconda, educatrice, aperta agli altri, socialmente benefica. Condanna, d’altra parte, i disordini che la distruggono (come la poligamia, il divorzio, la contraccezione, l’aborto) e le sfasature che la rendono infelice (come il maschilismo o strapotere dell’uomo, il femminismo o insubordinazione della donna, il discolismo o ribellione dei figli, il cainismo o lotta tra fratelli).
– Famiglia formativa. Da quanto si è detto scaturisce da sé l’esemplarità della S. Famiglia. Bisogna dunque educare ed educarsi alla sua luce, guardando e imitando loro tre, in modo che ogni padre sia un altro Giuseppe, ogni madre un’altra Maria, ogni figlio e fratello un altro Gesù. È così – non altrimenti – che si sana la famiglia e, con essa, la società umana. Il focolare, lo sappiamo, è il destino dell’umanità (GS 47-52). Tutto dipende da esso: il benessere individuale e collettivo, la salvezza temporale ed eterna. Ma a una precisa condizione: che ogni focolare sia una riproduzione fedele del Focolare di Nazaret.

Ma c’è di più. La S. Famiglia è la nostra famiglia più vera, perché tutti vi siamo nati in Gesù nuovo Adamo e capo dell’umanità redenta, cioè sanata e promossa al divino (Is 9,5; Gal 3,26ss; 4,4s). Effettivamente in essa c’è posto per tutti e tutti si è attesi quando si è ancora fuori. È qui che si è pienamente accettati e amati. È qui che si cresce bene, alla perfezione, in tutte le dimensioni e i rapporti costitutivi della vita umana: cioè “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52), e non solo “in età” come tutti gli animali “privi d’intelligenza” (Sal 32,9) e destinati a “perire” (Sal 49,13). A noi viverci dentro con la docilità filiale del “Primogenito”! (Lc 2,7.51; 4,16). E basta con la scelta masochista del figlio prodigo, che lascia il papà per il padrone, la casa per la stalla, il benessere per la fame… (Lc 15,12ss).
– Famiglia imitabile. È la logica conseguenza del nostro discorso, ed è il senso pedagogico dei dati evangelici relativi, come hanno ben capito tutti i Santi. La “Famiglia-modello” è un dono divino che interpella e impegna tutte le coppie e le famiglie: è offerta e accessibile a tutti, naturalmente secondo il “carisma” di ciascuno (1Cor 7,7). Sarà quindi parziale l’imitazione delle coppie comuni, più larga quella delle coppie continenti, piena quella delle coppie verginali e delle famiglie religiose in genere.

Il Focolare di Nazaret, ha ricordato Giovanni Paolo II, “è modello di vita per ogni uomo, per ogni cristiano, per ogni comunità familiare” (Angelus 28 dic. 1980, n. 2). Il modello va imitato, riprodotto. E Maria stessa, “la padrona di casa” (Paolo VI), ci sollecita all’imitazione: “Nei momenti difficili guardate alla Famiglia di Nazaret, che è vissuta in grande povertà. Dio è più potente di tutto il male del mondo. Non dimenticatelo!” (la Madonna a una figlia fedele dell’Africa).
– La Madre-modello. La donna – lo sappiamo – fa o disfà la casa (Pr 14,1; 31,10ss; Rt 4,11) e Maria, la nuova Eva, segna il riscatto e la sublimazione della donna e quindi del focolare domestico (Lc 1,39ss; Gv 2,1ss). Senza donna e famiglia buone, mariane, “l’uomo geme randagio”, ci dice lo Spirito Santo (Sir 36,27).

Una Maria per ogni uomo e per ogni focolare: ecco dunque la soluzione dei problemi umani. A voi, figlie di Maria, il diritto-dovere di non farla mancare a nessuno. “Quale la madre, tale la figlia”, vi dice lo Spirito Santo (Ez 16,44). Siate Maria, dateci Maria! Esistete per questo. Che stupenda ed esaltante vocazione! Per riuscire bene nell’impresa, stringetevi a lei e ditele: “Mamma, mi dono tutta: fammi donna come te, cioè donna sposa e madre, donna di neve e di fuoco: di neve per il candore, di fuoco per l’ardore”. “Maria madre mia, chi mi guarda ti veda!” (mistica spagnola).

Oggi molti, specialmente tra i giovani, contestano la famiglia. Ma quale famiglia? Quella laicista o atea, dove han sofferto o stan soffrendo l’inferno. Logica conseguenza: non vogliono sposarsi. Di chi la colpa? Del costume rifatto pagano, che ha corrotto e affossato i sublimi valori della famiglia cristiana. Solo il recupero di questi valori può ridare alla nostra gente verità e amore, fiducia nel matrimonio e nella famiglia. Ma questo recupero passa per la S. Famiglia. L’ha notato bene un esegeta pastore: “Il rinnovamento della vita familiare sull’esempio della Famiglia di Nazaret è una delle più importanti esigenze del tempo presente” (Gutzwiller). Sì, perché o come la S. Famiglia o le miserie del paganesimo, o come la S. Famiglia o il ritorno alle vergogne del mondo precristiano!

La Famiglia ideale e reale insieme esiste. La Famiglia-modello è qui, in mezzo a noi. Il Vangelo ce la presenta e propone come esempio imitabile in ogni tempo e luogo. A noi non rifiutarla. Accettiamola dietro l’esempio luminoso dei nostri Santi. È dovere e soprattutto interesse.

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