Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

mercoledì 4 gennaio 2017

La Fraternità San Pio X non ha altra ambizione che di continuare quello che la Chiesa ha sempre fatto.





La Fraternità sacerdotale San Pio X nacque per volontà di monsignor Marcel Lefebvre contro lo spirito del Concilio Vaticano II. Attorno all’arcivescovo francese si univano le comunità di fedeli e gli istituti religiosi. La Fraternità Sacerdotale san Pio X fondata da Mons. Marcel Lefebvre, è una società di vita comune senza voti, riconosciuta dalla Chiesa. Il 1° novembre 1970 Monsignor Charrière firmava il decreto di fondazione della "Fraternità Sacerdotale Internazionale San Pio X", la erigeva nella diocesi di Friburgo e ne approvava gli statuti. A questo decreto faceva seguito, il 18 febbraio 1971, da Roma, una lettera di incoraggiamento del cardinale Wright, prefetto della Congregazione per il Clero. A causa della sua fedeltà alla tradizione, della sua opposizione agli errori del Concilio Vaticano II e alla nuova liturgia a sapore protestante, essa fu vittima di persecuzioni dalla parte di alcuni membri della gerarchia ecclesiastica.
Il Papa Benedetto XVI, con il Motu proprio del 14 luglio 2007 riconosceva che la Messa tradizionale, detta di S. Pio V non è mai stata abrogata e che ogni sacerdote può celebrarla. Lo stesso Pontefice, con il Decreto del 21 gennaio 2009, affermava che i vescovi della Fraternità S. Pio X non sono né scismatici né scomunicati. Papa Francesco estende la facoltà di confessare dei sacerdoti della Fraternità San Pio X oltre l’Anno della Misericordia Il 21 novembre 2016 la Santa Sede ha reso pubblica la Lettera apostolica di Papa Francesco Misericordia et misera del 20 novembre. Al §12 di questo documento il Santo Padre estende al di là dell’Anno della Misericordia la facoltà di confessare accordata, il 1° settembre 2015, ai sacerdoti della Fraternità San Pio X
La nascita di Ecône
La crisi dei seminari


Ecône non è un’opera personale di Monsignor Lefebvre così come lui stesso dichiara: "Prima di agire non ho mai avuto intenzione di agire così, non mi sono mai detto: farò un seminario, lo farò in questo modo, lo farò nel tal posto".
Ecône è nato dalla constatazione che non era più possibile, nemmeno a Roma, trovare un seminario che desse ai giovani aspiranti al sacerdozio la formazione che la Chiesa ha sempre dato loro e che sola può farne degli autentici sacerdoti cattolici.
È questa crisi dei seminari, crisi latente da una ventina di anni, ma bruscamente accelerata dopo il Concilio Vaticano II, che ha portato Monsignor Lefebvre ad abbandonare il ritiro a cui pensava dopo la sua dimissione da Superiore Generale della Congregazione dei Padri del Santo Spirito, per fondare la Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Roma, Friburgo, Ecône
Nel 1968, infatti, di fronte alla carenza dei seminari francesi, alcuni seminaristi vennero da Monsignor Lefebvre per domandargli dove avrebbero potuto ricevere una vera formazione sacerdotale.
Un primo tentativo fu fatto al Seminario francese di Roma che dipendeva dai Padri del Santo Spirito.
Fallito questo tentativo, Monsignor Lefebvre si volse verso l’Università di Friburgo, e il 6 giugno 1969, alle ore 15, Monsignor Charrière, vescovo di Friburgo, dava la sua autorizzazione e il suo incoraggiamento per l’apertura nella città, sua sede vescovile, di un "Convitto Internazionale di San Pio X", sotto la direzione di Monsignor Lefebvre.
Di fronte all’aumento delle domande di ammissione, Monsignor Lefebvre acquistò una seconda casa a Ecône, nel Vallese. Questa, all’inizio, non doveva ospitare che seminaristi del primo anno, detto di spiritualità, che avessero fatto i loro studi a Friburgo Ma quando fu chiaro che l’Università di Friburgo non assicurava più un insegnamento veramente cattolico, Monsignor Lefebvre si decise a fare di Ecône la propria casa di formazione, e il 6 giugno 1971 egli benedisse la prima pietra dei nuovi edifici, composti di tre ali, per ospitare circa 140 fra professori e seminaristi, le sale di studio e di comunità.
Nel frattempo era stata fondata la Fraternità Sacerdotale Internazionale San Pio X.
Un’opera di Chiesa

La Fraternità San Pio X non ha altra ambizione che di continuare quello che la Chiesa ha sempre fatto. Presentando la sua opera a Parigi nel marzo 1973, Monsignor Lefebvre dichiarava: "I miei collaboratori ed io stesso non lavoriamo contro nessuno, né persone né istituzioni. Lavoriamo per costruire, per continuare quello che la Chiesa ha sempre fatto e per nessun altra ragione. Non siamo legati ad alcun movimento, ad alcun partito, ad alcuna organizzazione particolare. Noi siamo legati alla Chiesa Cattolica Romana e noi vogliamo continuare il Sacerdozio della Chiesa Cattolica e Romana. Nient’altro! Noi vogliamo operare per la Chiesa".

Questo è lo spirito del Seminario Internazionale San Pio X. "La sua dottrina è quella della Chiesa nella totalità dell’insegnamento dottrinale di tutti i papi e di tutti i Concili ecumenici e della Tradizione viva, attraverso tutti i secoli, con quella continuità in cui si manifesta la presenza del Signore che ha detto: "Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine dei secoli". L’ordinamento del seminario si ispira al Diritto Canonico che esprime lo spirito nel quale la Chiesa intende formare i suoi sacerdoti. Questo spirito è quello stesso di Nostro Signore, spirito che si è trasmesso nel corso dei secoli e che si è espresso nella Tradizione, i Decretali dei Papi, le dichiarazioni conciliari, i canoni della Chiesa".

Un’opera sacerdotale



La prima cura della Fraternità San Pio X è la formazione dei sacerdoti. "Lo scopo della Fraternità è il sacerdozio e tutto quanto vi si riferisce e solo quello che lo concerne, così come Nostro Signore lo ha voluto quando ha detto: "Fate questo in memoria di me" (Statuti). E questo perché la formazione dei sacerdoti è "l’opera capitale della Chiesa". La Chiesa, infatti, è stata fondata per trasmettere la verità e la vita della grazia: Andate, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt. XXVIII, 19) e questa opera la Chiesa la compie con il ministero dei sacerdoti.

Ora, l’essenziale della vita del sacerdote, è la Messa. Il sacerdote è fatto per il sacrificio. È nella Messa che il sacerdote trova la ragione d’essere del suo celibato, della sua obbedienza, del suo distacco dai beni della terra. È vivendo la sua Messa che il sacerdote realizza la sua santità personale e concorre così alla santità della Chiesa, che ne è la nota essenziale. Perciò la Fraternità San Pio X si è data per compito di "orientare e realizzare la vita del sacerdote verso ciò che è essenzialmente la sua ragione di essere: il Santo Sacrificio della Messa, con tutto quello che significa, tutto quello che ne deriva, tutto quello che ne è il complemento" (Statuti).

Ed è qui che risiede la ragione fondamentale dell’attaccamento della Fraternità San Pio X alla Messa della Tradizione cattolica.

Se rifiuta di usare il nuovo rito autorizzato dal Papa Paolo VI non è per ragioni sentimentali, né per rifiuto incondizionato di ogni riforma, ma perché, col pretesto dell’ecumenismo, questo nuovo rito tende a sostituire la nozione del sacrificio con quella di una cena. È per fedeltà alla concezione cattolica della Messa, sacramento del sacrificio della Croce. che la Fraternità San Pio X rifiuta una riforma che tende a fare della Messa un semplice memoriale.


Un’opera missionaria

La Fraternità San Pio X "è essenzialmente apostolica, perché anche il Sacrificio della Messa lo è e perché i suoi membri dovranno in generale esercitare un ministero esterno" (Statuti).

La Fraternità San Pio X è dunque una società di vita attiva. Ma la sua attività trova il suo alimento nella contemplazione. I suoi membri, infatti, "vivranno nella convinzione che tutta l’efficacia del loro apostolato deriva dal Sacrificio di Nostro Signore che essi offrono ogni giorno" (Statuti). A questa scuola impareranno la carità pastorale, che è tutta dolcezza e pazienza, che cerca solo il bene senza rallegrarsi del male "che tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (1 Cor. XIII, 4-7).

La Fraternità San Pio X è anche una società di vita comune il cui apostolato missionario si esercita partendo dai Priorati che "essendo composti di una casa per i sacerdoti ed i fratelli, un’altra per le suore e una casa di 20-30 camere per gli esercizi spirituali, saranno fonti di vita di preghiera, di santificazione per i fedeli, per i sacerdoti e dei centri missionari" (Statuti).

Ma l’opera principale della Fraternità è quella che è stata lo scopo della sua fondazione: i seminari, totalmente orientati verso il fine essenziale della formazione sacerdotale: la santità del sacerdote nel contesto di una sufficiente cultura".

Un altro scopo della Fraternità è il sostegno spirituale ai sacerdoti. Le sue case sono perciò aperte a tutti i sacerdoti che lo desiderano al fine di ritrovarvi la fede nel loro sacerdozio e la gioia che ne è il frutto.

Con questo apostolato sacerdotale la Fraternità San Pio X contribuisce alla grande opera politica, così necessaria e così urgente alla nostra epoca, di rifare una cristianità. I princìpi di questa restaurazione non sono da ricercare qui o là, ma esistono, e sono quelli della civiltà cristiana, che non è altro che il Regno sociale di nostro Signore Gesù Cristo, fondato sul Santo Sacrificio della Messa.

Nel loro apostolato i sacerdoti della Fraternità San Pio X sono aiutati da fratelli ausiliari e da religiose.

"Lo scopo specifico dei Fratelli della Fraternità è di essere di aiuto ai sacerdoti in tutti i loro ministeri, non volendo sostituirli nelle funzioni sacerdotali, ma facilitando loro il compito apostolico in molti modi: sia sollevandoli dai compiti materiali... sia partecipando più direttamente all’apostolato: responsabilità dei luoghi di culto, corali, catechismo, organista concorsi a scuola primaria" (regole particolari dei Fratelli della Fraternità).

Questo apostolato è animato dal medesimo spirito sacerdotale basato sul Santo Sacrificio della Messa. Uguale è la spiritualità delle Suore della Fraternità San Pio X di cui "il primo motivo della donazione totale a Nostro Signore consisterà nell’aspirazione di offrirsi con la Vittima Divina, a immagine e al seguito di Nostra Signora dei Sette Dolori" (Costituzioni delle Suore della Fraternità).

Benché il loro fine sia spirituale - hanno ogni giorno un’ora di preghiera davanti a Nostro Signore nel Santo Sacramento dell’altare - le religiose hanno anche un’attività apostolica che "in linea di massima avrà per scopo di facilitare e completare l’apostolato sacerdotale". Esse lo facilitano dedicandosi volentieri "a tutto quello che può sviluppare la fede nelle anime", accettando volentieri "i lavori di guardaroba, di vitto e di manutenzione della casa". Esse lo completano occupandosi delle scuole elementari, aprendo dispensari e sovvenendo ai bisogni dei poveri e degli handicappati.




Il Papa Benedetto XVI, con il Motu proprio del 14 luglio 2007 riconosceva che la Messa tradizionale, detta di S. Pio V non è mai stata abrogata e che ogni sacerdote può celebrarla. Lo stesso Pontefice, con il Decreto del 21 gennaio 2009, affermava che i vescovi della Fraternità S. Pio X non sono né scismatici né scomunicati. 

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