Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 2 novembre 2017

In Commemoratione omnium Fidelium Defunctorum

Il mese di Novembre dedicato alla Commemorazione dei Defunti, sarà opportuno, più che in ogni altro tempo, aver presente un ammonimento della Bibbia: "In tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato" (Siracide 7, 36). Dopo la morte vi è il giudizio, ma chi ama non teme né l'una né l'altro.San Carlo Borromeo , in un quadro raffigurante la morte con la falce in mano, fece togliere la falce e fece mettere una chiavina d'oro; perché, diceva il santo, la morte chiude la porta del tempo e apre quella dell'eternità, chiude il periodo della prova e apre quello della gioia. Infati, la chiesa celebra l'anniversario della morte dei Santi come giorno del loro natale, della loro nascita al cielo. La liturgia dice: "parti, anima cristiana, da questo mondo nel nome di Dio Padre che ti ha creato; nel nome di Gesù Cristo, Figlio di Dio che ha patito per te; nel nome dello Spirito Santo che in te è stato effuso, nel nome della santa e gloriosa Vergine Maria".

Nel Vecchio Testamento la morte appariva la maestosa giustiziera, colei che metteva fine alle cattive azioni degli empi e premiava i perseguitati. Gesù, più volte, mette in guardia gli indifferenti: "Che cosa ti giova conquistare il mondo se poi perdi l'anima?" L'insensato dice: "I miei granai sono pieni, la mia cantina è ricolma di ottimi vini, il mio gruzzolo è pingue. Cosa farò dunque? Mi rinchiuderò nei miei possedimenti e me la godrò": "Stolto - dice Dio - questa notte morirai e le tue ricchezze a chi andranno?" Alle cinque vergini stolte che non hanno saputo vigilare, lo sposo risponde: "In verità vi dico non vi conosco, vegliate dunque perché non conoscete nè il giorno nè l'ora".San Tommaso dice che ciascun uomo può considerarsi come persona singola e come parte della società. Perciò anche il giudizio sul suo conto deve essere duplice: uno subito dopo la morte per quello che operò come persona singola, l'altro alla fine del mondo, nel quale viene giudicato come membro della società umana. Nella Bibbia è meglio specificato il giudizio universale, però si parla assai spesso anche del giudizio particolare. Al buon ladrone Gesù risponde: "Oggi stesso sarai con me in Paradiso". Non aspetterà alla fine del mondo per giudicarlo, lo giudicherà subito dopo la morte e subito avrà il premio. Così Lazzaro appena morto sarà portato nel seno di Abramo; il ricco Epulone sarà precipitato nell'inferno.
Gesù ha paragonato il regno dei cieli a un tesoro nascosto, per comprare il quale il buon mercante vende tutto ciò che ha. Quest'uomo non guarda a sacrifici, perchè sa che avrà una grandissima ricompensa quando sarà in possesso del tesoro nascosto. Questo tesoro è la vita eterna e l'uomo saggio osa tutto, rinunzia a tutto pur di conquistarla. Che succederà dopo la morte? E' una domanda che ha assillato gli uomini di tutti i tempi, credenti e non credenti. La risposta a questa domanda è sempre difficile. Qualcuno dice spavaldamente che dopo la morte c'è il nulla, anche se avverte un malcelato dubbio: "E se poi ci fosse qualcosa?". Il credente afferma: "Dopo la morte c'è il giudizio, il premio o il castigo". Ma anche in lui affiora il dubbio: "E se non ci fosse nulla?". Insomma, il pensiero dell'aldilà tormenta un po' tutti, credenti e non. Una risposta chiara si impone per tutti, perchè realmente la convinzione dell'aldilà dà alla vita di ciascuno un orientamento molto diverso. La risposta chiara ce la dà la ragione usata bene e la fede sincera.
Tra le verità di fede troviamo anche quella del Purgatorio: verità accolta dalla genuina pietà cristiana. Già nei primi secoli della storia, la Chiesa, celebrando la Messa, pregava perché Iddio accogliesse nella gloria dei cieli i fedeli defunti. Dice Tertulliano: "Negli anniversari facciamo offerte per i defunti. Se mi domandate in forza di quali leggi facciamo ciò, vi dirò che non c'è nessuna legge scritta: è la tradizione che ne è l'autrice, la consuetudine che lo conferma, la nostra fede che lo conserva".A Cafarnao, quando Gesù promise l'Eucaristia, i Giudei gli risposero scandalizzati: "Questo parlare è duro! Chi lo può ascoltare?" e se ne andarono via. Ma Gesù non attenuò nessuna delle sue parole, e non l'avrebbe fatto anche se gli stessi Apostoli se ne fossero andati. Lo stesso avvenne per la predicazione dell'inferno. I Giudei erano persuasi di sfuggire dal giudizio futuro perché "Avevano per padre Abramo". Gesù rispose: "Non crediate di poter dire dentro di voi: Noi abbiamo per padre Abramo... perché già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non dà frutto si taglia e si getta al fuoco".

Sant'Agostino scrive: "E' perfettamente inutile che certuni si facciano prendere da un umano sentimento di compassione per la pena eterna dei dannati e per i loro tormenti. Costoro certo non vogliono metersi contro la Sacra Scrittura, vorrebbero solo, per un certo loro sentimentalismo, addolcire e spiegare secondo un loro mite modo di vedere, tutto quello che viene detto nella Sacra Scrittura". La voce di Gesù e quella dei Padri della Chiesa è insistente: "Non vi illudete! L'inferno esiste ed è eterno". San Cipriano aggiunge che per i dannati "é inutile l'implorazione e inefficace lo scongiuro".I Teologi dicono che il Paradiso è un luogo dove si gode ogni bene senza alcun male, o una realtà nella quale le anime dei giusti e gli angeli buoni godono in perpetuo la visione di Dio, ed in lui hanno l'appagamento completo di ogni loro desiderio.

San Paolo, contrariato dai Corinti e accusato di arroganza, è costretto a difendersi. nella difesa, dopo aver elencati i patimenti sofferti per amor di Gesù Cristo, elenca le grazie ed i favori ricevuti, fra i quali quello di essere stato rapito al Paradiso, dove ha udito e ha veduto cose che a creatura umana non è possibile ridire. Gesù rivolto al Padre dice: "Padre io voglio che dove sono io, ci siano con me pure quelli che tu mi hai donati, affinché vedano la gloria mia che tu mi hai dato, perché tu mi hai amato prima ancora della creazione del mondo".
Durante l'ottavario dei defunti,  meditiamo sulla certezza della morte e del giudizio. Dopo il giudizio verrà la sentenza, che sarà premio ai buoni e castigo eterno ai cattivi. Il pensiero che il castigo consiste in ogni male senza alcun bene, ed il premio in ogni bene senza alcun male, per tutta l'eternità, non può lasciarci indifferenti. Ogni persona saggia deve condurre la sua vita in modo da evitare il castigo e meritare il premio eterno da Dio.

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